La maestra silenziosa
photo © Petra Cola, cima di Rötenspitze
di Ercole Giammarco
La maestra silenziosa (che è la montagna, ma anche un po’ l’autrice).
Guardando la foto di Petra in copertina avrei dovuto capirlo, si vedono solo gli occhi, che brillano di luce ed entusiasmo: per la bellezza della vita che la montagna sa trasferire, insieme all’amore, meglio di ogni altra cosa al mondo.
Petra lo ha appreso percorrendo in lungo e in largo le sue Dolomiti e ha voluto scriverne per condividere questa verità con chi non ne è stato ancora illuminato. Il suo libro nasce da un desiderio sano, generoso (e commovente, per uno che come me non ha più vent’anni) di fare proselitismo.
Il libro di Petra Cola, La maestra silenziosa edito Mondadori Electa a marchio Rizzoli descrive le emozioni che le regala la montagna (la maestra silenziosa) da quando, ragazzina, ci andava col padre (che se ne è andato troppo presto, ma è ancora lì, nei tramonti rosa in alta quota “e nel suo silenzio, che accoglie il pensiero di mio padre, e lo abbraccia”); suggerisce alcuni fra gli itinerari più belli delle Dolomiti (e quindi del mondo); spiega cosa la spinge a svegliarsi alle cinque del mattino, mettersi in spalla 15 chili di zaino e camminare “fin quando ce n’è” (cit. da Certe notti, Luciano Ligabue).
E nel suo scrivere è evidente che l’autrice è animata da due cose, due cose sole: una passione invincibile e l’invincibile desiderio di trasferire quella passione a tutto il mondo.
Petra Cola, La Sardegna in van
Perché per Petra la montagna non è solo una cornucopia di Bellezza, ma è qualcosa di più, ed è sorprendente che una persona cosi giovane lo abbia capito in modo così preciso. A Petra la montagna ha insegnato una volta per tutte le vette della dimensione spirituale, quella ragione dello stare al mondo che supera le nostre esistenze inserendole in un disegno più grande, ma allo stesso regala loro un senso invincibile.
“Andare in Montagna è un cammino interiore che insegna a relativizzare il quotidiano, a guardarlo dall’alto”. “Davanti a certi paesaggi, conquistati col sudore, a volte con la paura, improvvisamente senti che i jeans griffati, lo smartphone nuovo, l’automobile figa sono elementi residuali di una vita che merita di essere vissuta più pienamente, più autenticamente”.
Niente male per una ragazza di 25 anni che, in più, è anche una influencer, cioè maneggia da professionista i nuovi media che sembrano pensati per insegnare alle giovani generazioni, e non solo a quelle, i non valori del consumo, della superficialità, del godimento immediato che ti lascia orfano del desiderio.
Petra Cola, lungo la via per Punta di Finale
Ascoltando Petra al telefono mi è venuto in mente Il monte analogo, scritto da René Daumail, un viaggio simbolico verso la cima di un monte a cui non si arriverà mai.
Il narratore, a un certo punto, scrive: “Tieni l’occhio fisso sulla via della cima, ma non dimenticare di guardare ai tuoi piedi. L’ultimo passo dipende dal primo. Non credere d’essere arrivato solo perché scorgi la cima. Sorveglia i tuoi piedi, assicura il tuo prossimo passo, ma che questo non ti distragga dal fine più alto”.
Daumail non rivela quale sia “il fine più alto”.
Petra Cola, a venticinque anni, penso lo abbia capito.
La maestra silenziosa, Mondadori Electa a marchio Rizzoli