Sea Sheperd, un movimento a difesa dei mari
photo © Sea Sheperd
Partner storico di Ocean Film Festival in Italia, Sea Shepherd è un’organizzazione internazionale senza fini di lucro, la cui missione è fermare la distruzione dell’habitat naturale e il massacro delle specie selvatiche negli oceani del mondo intero, al fine di conservare e proteggere l’ecosistema.
Da più di quarant’anni Sea Shepherd pratica la tattica dell’azione diretta per investigare, documentare e agire quando è necessario mostrare al mondo e impedire le attività illegali in alto mare. Sea Shepherd agisce per assicurarne la sopravvivenza per le generazioni future, grazie alla Flotta di Nettuno, composta da 12 navi e con la dedizione di migliaia di volontari.
Per approfondire la conoscenza di questa importante realtà, vi riportiamo l’intervista a Enrico Salierno, membro del Consiglio di Amministrazione di Sea Shepherd Italia.
Che cos’è Sea Shepherd? Come la si potrebbe raccontare a una persona che sente questo nome per la prima volta?
Sea Shepherd vuol dire letteralmente “Pastore del Mare”; Il nostro gregge sono le creature marine, dal plancton alle balene più grandi, inclusi i loro habitat. Sea Shepherd si prende cura della loro conservazione e protezione per garantire il futuro degli ecosistemi oceanici, dai quali dipende la sopravvivenza delle specie che abitano la terra ferma e della stessa razza umana. Sea Shepherd è un’organizzazione internazionale senza scopo di lucro la cui caratteristica specifica e distintiva è l’utilizzo di innovative tattiche di azione diretta per investigare, documentare e agire per fermare le attività illegali in alto mare.
Sea Shepherd è nata nel 1977. Qual era l’emergenza allora, che ha spinto Paul Watson a fondare un’organizzazione come questa? E quali sono oggi le emergenze che rendono la vostra presenza importante per il nostro pianeta?
Il Capitano Paul Watson ha fondato Sea Shepherd nel 1977 per dare una risposta efficace e determinata alle problematiche che minacciavano la fauna marina nel suo complesso, collegate al sovra sfruttamento delle diverse specie e alla carenza o insufficienza di regolamentazioni adeguate; Paul Watson è uno dei massimi esponenti dell’attivismo ambientalista moderno e la sua visione interventista basata sull’ “azione”, diametralmente opposta alla visione di mera protesta/denuncia tipica dell’ambientalismo ortodosso, è fondamento e giustificazione primaria della nascita di Sea Shepherd. Le emergenze ambientali degli anni ’70 erano già molte e riguardavano specie marine e di terra. Paul si è occupato di entrambe nella prima fase del suo attivismo, ma il massiccio sfruttamento su scala industriale della fauna marina, che già dagli anni ’30 aveva ridotto sull’orlo dell’estinzione molte specie di cetacei, tra i quali megattere, balene grigie, balene franche e capodogli, ha portato Paul Watson a una netta scelta di campo. Un episodio in particolare ha segnato questa scelta e il futuro di Paul: era il giugno del ’75 e Paul Watson si trovava con altri tre attivisti su un gommone, a circa 96 Km dalla costa della California, per opporsi alla caccia alle balene condotta dalle baleniere sovietiche. Un branco di meravigliosi capodogli era davanti a loro, la baleniera russa dopo aver ucciso una delle femmine del branco, spara un arpione esplosivo nella testa del grande maschio: “Il capodoglio ha sollevato la testa fuori dall’acqua proprio accanto alla nostra barca, con un’inclinazione che avrebbe portato il suo corpo a schiantarsi su di noi. Acqua salata gelida e sangue fumante ci si riversavano addosso. Ho visto allora il suo occhio davanti a me, così vicino da riflettermici dentro. Ed è stato in quel momento che è accaduto qualcosa, e la mia vita da allora non è stata più la stessa [..]Ecco, in quel singolo occhio ho visto intelligenza, e ho sentito che riusciva a capire, che la balena capiva che stavamo tentando di fare qualcosa. E, improvvisamente, sono stato testimone dello sforzo incredibile del capodoglio di fermare la sua caduta su di noi: i suoi muscoli serrati e l’angolazione del suo corpo era cambiata, così da cominciare ad affondare indietro nel mare anziché schiantarsi su di noi, sommergendoci. Avevo davanti il suo occhio mentre veniva risucchiato nel profondo blu del mare, fino a sparire e sapevo che sarei stato l’ultima cosa che avrebbe visto prima di morire”. Paul Watson ha visto in quell’occhio intelligenza, coscienza e compassione: “Da quel giorno ho dedicato la mia vita a difendere le balene dai progetti di morte della mia stessa specie. Quella balena aveva scelto di risparmiare la mia vita e io in cambio ho scelto di dedicare la mia vita stessa a proteggere tutte le balene dalla specie umana.”
L’IWT nel 1986 ha imposto una moratoria sulla caccia ai grandi cetacei e il 31 marzo 2014 le attività di baleneria scientifica della flotta giapponese sono state dichiarate illegali. Oggi le piaghe che affliggono il mare sono ancora molte: la pesca industriale delle specie ittiche più richieste, la pesca illegale diffusa in tutto il mondo che minaccia le specie di apice, l’inquinamento chimico e da plastica, i test sismici, militari e le piattaforme off-shore per l’estrazione di gas o petrolio, sono le attuali minacce alla sopravvivenza della biodiversità e degli ecosistemi marini. Sea Shepherd negli anni è cresciuta e si è trasformata in un movimento globale che continua quotidianamente a lottare e ad agire direttamente per affrontare e fermare queste minacce.
photo © Sea Shepherd
So che per scelte interne non avete sedi operative. Come è strutturata quindi l’organizzazione sia a livello globale che italiano (suppongo rispecchi la stessa “geometria” organizzativa) e di quali numeri parliamo in termini di persone coinvolte?
Le uniche sedi operative di Sea Shepherd sono: il Quartier Generale di Sea Shepherd USA a Friday Harbor, nello Stato di Washington, prima sede dell’Organizzazione dalla sua nascita nel 1977. Dopo gli attacchi legali da parte del Giappone al capitolo statunitense e a Paul Watson, Sea Shepherd ha stabilito una nuova sede operativa in Australia, a Williamstown, Melbourne, per gestire le campagne antartiche e ospitare la flotta di Sea Shepherd. L’Organizzazione nel frattempo è cresciuta in tutto il mondo, sono nati nuovi capitoli e nuove campagne per la difesa dei nostri Oceani e delle varie specie. Sea Shepherd si è trasformata in un vero e proprio movimento globale e oggi Sea Shepherd Global ha il proprio Quartier Generale ad Amsterdam, in Olanda, che coordina tutti i capitoli europei dell’Organizzazione: inoltre, ha un ufficio stabile nelle Isole Galapagos, esempio di una virtuosa ed efficace collaborazione tra un’Organizzazione ambientalista e le autorità locali per la difesa di uno dei più importanti ecosistemi al mondo: il Parco Nazionale delle Isole Galapagos.
Queste sedi rispondono a esigenze collegate alla gestione e alla vita dell’Organizzazione a livello globale. Come politica generale, Sea Shepherd ha scelto di basare le proprie attività sul volontariato puro e di non avere sedi di rappresentanza ovunque nel mondo per rispettare e ottimizzare le donazioni dei suoi sostenitori, unica forma di sostegno economico dell’Organizzazione; chi dona a Sea Shepherd sa che il denaro verrà impiegato per la manutenzione delle navi, per le campagne in corso o per le campagne a venire, per l’acquisto di materiali tecnici e attrezzature professionali per gli equipaggi e per tutto ciò che serve a salvare la vita dei nostri clienti (la fauna marina e i suoi habitat) e non per pagare affitti o stipendi.
La struttura dell’Organizzazione è piramidale sia a livello globale che locale: da quando Paul Watson, a seguito dell’attacco legale giapponese, ha dovuto dimettersi dalla Presidenza, il Capitano Alex Cornelissen, CEO di Sea Shepherd Global, è il leader di Sea Shepherd. Il Capitano Peter Hammarstedt e la Presidente di Sea Shepherd Francia, Lamya Essemlali, fanno parte, assieme al Capitano Cornelissen, del Consiglio Direttivo di Sea Shepherd. A livello locale la struttura è la stessa e deve ovviamente rispettare le forme legali associative dello Stato di appartenenza. Il capitolo italiano dell’Organizzazione è strutturato come ONLUS,
Sea Shepherd Italia ONLUS ha il suo Presidente (Coordinatore nazionale), ha un Consiglio Direttivo e soci tesserati. La distribuzione geografica dei volontari in Italia è strutturata in Coordinamenti di zona, con un Coordinatore che organizza le attività a livello locale. Inoltre esistono dei Dipartimenti che provvedono alla gestione quotidiana dell’associazione: Dipartimento Media (rapporti con la stampa), Dipartimento Social (gestione Social Network), Dipartimento Translate (gestione traduzioni), Dipartimento Supporter (gestione dei sostenitori e donatori), Dipartimento Scuole (gestione rapporti con le scuole) etc Difficile fornire una valutazione numerica del numero dei volontari attivi a livello globale in una Organizzazione in costante crescita. In Italia per il momento contiamo circa un centinaio di volontari attivi.
photo © Sea Shepherd
In valore percentuale, nelle vostre attività (ma anche in un contesto più generale) che peso daresti alle azioni dirette sul campo piuttosto che alle campagne di advocacy e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica? Sono importanti allo stesso modo?
Sea Shepherd è nata al servizio dell’azione diretta sul campo ed è parte fondamentale e imprescindibile della mission e dello “spirito” dell’Organizzazione; L’azione fa la differenza perché consente di ottenere risultati immediati in termini di vite salvate e di mancato guadagno per i bracconieri. Sea Shepherd misura i suoi successi proprio sulla base del numero di vite salvate e quindi di vita marina “conservata”; dieci anni di campagne antartiche hanno salvato la vita a più di 5000 balene e questo dato oggettivo ha di per sé un valore assoluto come successo in termini strettamente ambientalisti, al di là di qualsiasi altra conquista processuale successiva, copertura mediatica del tema o protesta pubblica in strada contro la baleneria. Questo non significa affatto che l’informazione e la sensibilizzazione abbiano un valore minore o residuale, significa semplicemente che l’azione diretta è imprescindibile per raggiungere risultati concreti e che l’informazione mediatica e la sensibilizzazione del pubblico attraverso tutti i media e social media a disposizione moltiplica la propria efficacia quando, oltre alla conoscenza del problema specifico, diffonde il messaggio e l’esempio dell’azione per combattere e risolvere il problema stesso. Paul Watson ricorda spesso un concetto importante: ciò che fa davvero la differenza non è l’azione dei governi, non sono le grandi organizzazioni, ma è la passione dei singoli individui. Questo significa che quando ognuno di noi viene a conoscenza di un determinato problema può sempre fare qualcosa per diventare parte della soluzione di quel problema.
Sea Shepherd, assieme all’azione diretta, considera la documentazione foto/video un’altra “arma” fondamentale al servizio della propria mission; ogni campagna dell’Organizzazione, sia in mare che a terra, è documentata e ripresa da un Team Media di volontari e/o professionisti. In questo modo Sea Shepherd diffonde la conoscenza delle varie problematiche e delle proprie azioni di contrasto tra il pubblico, garantendo informazione, trasparenza e verifica immediata dei risultati. In questo modo le campagne sul campo diventano immediatamente anche campagne mediatiche che raggiungono il pubblico e lo rendono consapevole e informato. Whale Wars (Guerra alle Baleniere) ad esempio, il docu-reality girato da Animal Planet a bordo delle navi di Sea Shepherd durante le campagne antartiche, si è rivelato un veicolo molto efficace per la conoscenza della baleneria illegale condotta dalla flotta giapponese nel Santuario dei Cetacei in Oceano del Sud.
photo © Sea Shepherd
Ricollegandoci alla domanda sopra, credi che le persone siano davvero consapevoli di quello che gli succede intorno? Qual’è la vostra idea di inclusione sociale su questi temi? Ho paura che tirando le somme vinca sempre la logica “not in my backyard”…
Purtroppo c’è molta pigrizia nel guardarsi attorno e soffermarsi sui problemi che affliggono il nostro Pianeta, anche se questi problemi sono direttamente connessi con il nostro futuro e quello dei nostri figli. Ognuno è concentrato sulla propria vita e sui suoi bisogni immediati e molti si dimenticano della priorità che tutti abbiamo in comune, indipendentemente dal nostro livello sociale, dal luogo in cui viviamo, dal tipo di cultura che abbiamo etc etc. La priorità assoluta è che tutti viviamo sullo stesso Pianeta e che la nostra vita e il nostro futuro dipendono dalla salute dello stesso Pianeta, la cui superficie è occupata per la maggior parte dall’acqua, o meglio, dagli Oceani. “Se gli Oceani muoiono, moriamo anche noi”, Paul Watson.
Quello che possiamo fare per ricordare alle persone questa priorità è focalizzare l’attenzione del pubblico con testimonianze, immagini, documentazioni, esempi di azione efficaci e soprattutto mostrare i risultati ottenuti. Molte persone ad esempio sono tendenzialmente interessate a informarsi sui problemi ambientali ma a volte si scoraggiano perché su un piano generale è difficile orientarsi su chi stia facendo cosa e quali siano i progressi o i risultati ottenuti. Per questo Sea Shepherd mostra chiaramente e in tempo reale ciò che sta facendo, dove lo sta facendo, perché lo sta facendo attraverso il suo sito italiano e i siti internazionali, le sue pagine Facebook e Social Network e invia costantemente ai media comunicati stampa sulle proprie campagne e aggiornamenti documentati da materiale foto/video. Inoltre ogni capitolo di Sea Shepherd nel mondo organizza eventi sul territorio per incontrare direttamente il pubblico e dare informazioni sulle campagne in corso e sulle attività generali dell’Organizzazione a livello locale e internazionale. Alla base dell’informazione ci sono le stesse caratteristiche che guidano dal giorno della sua fondazione le attività di Sea Shepherd: determinazione e passione. Questo è ciò che arriva al cuore delle persone e ciò che stimola il loro interesse, la loro riflessione e dà loro motivazione per continuare a interessarsi e rimanere al nostro fianco, spesso anche come volontari.
Come si compone la vostra flotta di navi e come si svolge il lavoro a bordo?
Sea Shepherd ha una flotta composta da 8 navi e una flotta di 6 piccole imbarcazioni. Le navi di dimensioni più grandi hanno in dotazione un totale di 8 gommoni a chiglia rigida. Sea Shepherd ha a disposizione anche dei droni utilizza per attività di sorveglianza e documentazione e un elicottero. Le navi sono molto spartane e la disciplina a bordo è molto rigida. Ai volontari di bordo vengono assegnate mansioni corrispondenti o più vicine possibile alle loro competenze o specializzazioni. I dipartimenti in cui si suddivide la vita di bordo e le relative mansioni sono 4: Deck, marinai semplici; Bridge, ponte di comando; Galley, cucina; Engine,sala macchine.
Ogni mattina i volontari di ogni settore partecipano a un briefing con i loro superiori dove vengono distribuiti i compiti da svolgere durante la giornata, istruzioni varie, informazioni, turni di lavoro per i settori che devono rimanere attivi 24 ore su 24 (come la sala macchine o il ponte di comando quando c’è una campagna in corso). Durante il mese che precede l’inizio di una campagna, tutto l’equipaggio partecipa a una serie di esercitazioni necessarie alla sicurezza in nave (antincendio, abbandono nave, allarme generico, controllo del danno, etc..) e a esercitazioni di carattere prettamente operativo specifiche per la missione, tra le quali la messa in acqua dei gommoni in diverse condizioni metereologiche. Le campagne in mare di Sea Shepherd generalmente durano vari mesi. In aree geografiche vicine alla costa è possibile occasionalmente effettuare un’alternanza o una sostituzione parziale dell’equipaggio, mentre in zone remote come l’Antartide gli equipaggi rimangono a bordo anche per 4 mesi consecutivi senza poter scendere a terra.
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Vedete, dalla vostra, un’attenzione maggiore provenire da una certa “scena” musicale piuttosto che da altre? Forse per una questione storica, la scena hardcore/punk è più attenta di altre a temi quali animalismo o veganesimo. Voi con chi avete modo di rapportarvi e in che modo?
Molti artisti in generale hanno deciso nel tempo di sostenere Sea Shepherd. Attori, registi, anchor man, pittori, musicisti e gruppi musicali. Il mondo dell’arte è il mondo della libera espressione, della creatività e anche della sensibilità e la natura è spesso fonte di ispirazione diretta o indiretta per gli artisti provenienti da qualsiasi settore. Nel settore musicale le band che hanno deciso spontaneamente di supportare Sea Shepherd abbracciano i generi più diversi. Molti gruppi del panorama musicale rock sostengono Sea Shepherd, incluso l’hard core/punk, ed è probabile che questo sia collegato all’atteggiamento critico che questi artisti hanno spesso nei confronti dello Status Quo.
L’attivismo di Sea Shepherd basato sull’azione diretta è, quindi, considerato un valora aggiunto nell’ottica del cambiamento della società. In Italia ad esempio abbiamo i Carved (melodic death metal), i Linea77 (alternative metal), i To Kill (hardcore), gli Helia (metalcore), i King Mastino (garage rock), i Klogr (alternative rock/metal) e i For Perfect Killers (alternative rock). Ma abbiamo anche band e musicisti che provengono da generi completamente diversi come Stefano Ianne (compositore polistrumentista), gli Anima Caribe (roots reggae dub), i Cotton Candy (pop elettronico), Luca Bassanese (cantautore folk), gli Ottodix (elettro pop) e altri. A livello internazionale il sostegno a Sea Shepherd è ugualmente trasversale: partiamo dai Red Hot Chili Peppers (funk rock), Aerosmith (hard rock), Smashing Pumpkins (alternative rock), Metallica (heavy metal), Nickelback (rock), Jhon Butler (rock), Architects (metalcore), Mötley Crüe (heavy metal), Gojira (heavy metal), per arrivare poi a Xavier Rudd (cantautore polistrumentista folk), a Ysanne (violinista, compositrice), Chris Reitz (violinista), Jamie McDell (country pop), Louis Gaston (folk), gli Odezenne (hip-hop), gli Ska-P (ska-punk), i Tryo (reggae) e molti altri. La diversità è sempre una ricchezza e il sostegno di tutti questi artisti ci offre la grande opportunità di raggiungere un vasto pubblico, che include diverse fasce di età, estrazioni sociali e culture.
A Sea Shepherd stanno soprattutto a cuore i giovani, perché sono gli adulti di domani e perché il futuro è loro. La musica è uno strumento potente per veicolare un messaggio importante come quello della conservazione marina e molti artisti riconoscono alla base della filosofia di Sea Shepherd le stesse motivazioni e “dinamiche” proprie della loro arte: passione, determinazione e azione. Questo è ciò che unisce mondi apparentemente così diversi.
photo © Sea Shepherd